martedì 8 settembre 2015

Bando Cup, la Regione sbanda sulla comunicazione


Tutti gli "errori" nella nota stampa della Regione dopo l'incontro del 4

Oggi avremmo dovuto iniziare il nostro sciopero ad oltranza, che abbiamo differito al 21 d'accordo con i sindacati, in attesa dei risultati del tavolo tecnico, quindi vorremmo tornare su alcuni aspetti di quanto è successo venerdì scorso, soprattutto su come la Regione Lazio sia la prima ad apparire disinformata rispetto al suo stesso bando. Dopo il nostro secondo comunicato stampa del 5 settembre - che già evidenziava le tante contraddizioni del contenuto della nota stampa emessa dalla regione dopo la mobilitazione e l'incontro con i sindacati del 4 - leggendo e rileggendo quella che, a tutt'oggi, resta l'unica risposta "ufficiale" alle nostre richieste che abbiamo ricevuto dalla Regione Lazio, riscontriamo nuove incongruenze rispetto alla verità dei fatti. 
Ci chiediamo se l'errore sia di chi ha redatto il comunicato o se sia voluto. Questo perché, se nel primo caso ne va della professionalità dell'addetto stampa nel verificare le informazioni che offre, nel secondo potrebbe evidenziare invece malafede negli interlocutori e la volontà di disinformare per condizionare l'opinione pubblica sulla Gara centralizzata per il Cup delle Asl e Ao del Lazio. 
Cosa che davvero ci auguriamo non sia, perché siamo convinti che la Regione, come noi, voglia la massima trasparenza nel confronto per trovare soluzioni a quest'ingarbugliata vicenda.

Il comunicato della Regione lazio

Il non vero nella comunicazione della Pisana

Oltre a quanto abbiamo già scritto sabato sul taglio delle ore ed i suoi effetti in termini di addetti ai servizi di Cup, alla ribadita assenza di clausole sociali - anche e soprattutto di quelle a difesa dei lavoratori delle categorie svantaggiate - e dell'errore, vogliamo ritenerlo tale, nell'affermare che la gara del Cup attende da 10 anni di essere indetta dopo 10 anni di proroghe - forse però confondendosi con quella del ReCup che è ormai in attesa di una Gara - è inevitabile evidenziare alcune cose

Prima di tutto che, là dove la Regione afferma che il taglio delle ore e degli addetti è possibile grazie a nuove tecnologie, occorre obiettare che allo stato attuale, dalla base ai vertici del sistema sanitario regionale, non ci risulta esista innovazione tecnologica, esista un progetto in tal senso o se ne sia almeno parlato.
Questo significa, però, che, con l'assegnazione dell'appalto, in assenza di dette innovazioni tecnologiche, il taglio delle ore e degli addetti ai servizi di sportello dei Cup si tradurrà per i cittadini , almeno fino a quando la fantascienza regionale non diventerà scienza, in disservizi in termini di code e liste di attesa, erogazione di meno prestazioni e peggioramento qualità della vita, anche in termini di diritto alla salute, per via di una sanità regionale meno efficiente. Non può essere neppure, del resto, che questa innovazione, per esempio in termine di automazione di processi o di servizi di cassa ellettronici, la porti chi vince perché il bando chiede ore lavorative, non innovazione e quest'ultima non da neppure punteggio. Quindi ci chiediamo se l'innovazione di si cui parla sarà forse oggetto di una delle future annunciazioni domenicali sui social del Governatore Zingaretti, che, però, sul tema della Gara centralizzata Cup, né parla né s'impegna, quasi fossimo alieni (con tutto il rispetto dei diritti di ogni migrante, straniero, compresi gli E.T.) e non cittadini della regione che governa e delle cui sorti si dovrebbe occupare.
Dov'è il Governatore?
La contraddizione, poi, è anche nel fatto che, lì dove si parla di solo 150 esuberi su 1000 addetti - anche qui una strana analogia col Cup che potrebbe farci intuire quali siano i contenuti in termini tecnici e di forza lavoro di questa attesissima gara - mentre gli addetti sono 2 mila e i posti a rischio intorno ai 400, dopo aver detto che con i tagli si risparmia, nella nota si afferma pure che gli esuberi potranno essere riassorbiti "con lo studio di particolari organizzazioni del lavoro che potranno mantenere l'intera forza lavoro occupazionale" (sic), affermazione che confonde, perché, se da un parte si tagliano posti e dall'altra si creano, sembra poi nell'ambito dei medesimi servizi, non si capisce lo scopo dei tagli e, soprattutto, sarebbe utile far capire ai lavoratori a rischio di licenziamento cosa c'è di concreto, in termini di progetti esistenti e non di promesse, dietro queste affermazioni.
Rispetto all'intervento dell'Anac sul capitolato, che qualcuno - l'onorevole Storace - dice abbia fatto sull'appalto almeno 25 osservazioni che non è dato conoscere nei particolari e se siano state contemplate nella stesura finale del bando, vorremmo sapere: un amministrazione trasparente crediamo non abbia difficoltà a pubblicizzare atti di pubblico interesse, proprio come quelli legati proprio all'Anti Corruzione. Cara Regione, facci sapere di cosa si tratta e se ne avete tenuto conto, in negativo o in positivo, nel bando attuale e se è in funzione di esse che quest'ultimo è così differente dal precedente. Almeno avremmo un'altro destinatario a cui rivolgere le nostre richieste: il presidente Anac Cantone.
Come abbiamo postato su Facebook, alle sollecitazioni di un'associazione di consumatori - Assotutela - a rispondere sulle perplessità suscitate dal bando, Zingaretti afferma che il bando non può essere annullato perché scritto dall'Anac (cosa non vera, perché l'Anac ha potere ispettivo e consultivo, non può scrivere i bandi, visto che questo è compito dell'amministrazione), quasi ammettendo una condizione di sovranità limitata della Regione e del suo governatorato che lascia sconcertati.
Ma non è solo questo.
Raffaele Cantone, magistrato in aspettativa e Presidente dell'Autorità Nazionale Anti Corruzione che ha supervisionato gli appalti della Regione Lazio, incluso, sembra, quello del Cup

Dispiace che la Regione Lazio eviti di dire che una parte del ritardo che denuncia nell'istruzione di questa gara e l'intervento dell'Anac siano dovuti proprio all'infiltrazione nella precedente commissione aggiudicatrice - secondo la magistratura grazie al favore di dirigenti e funzionari regionali tuttora indagati e del capo di gabinetto, dimissionario del Governatore - di personaggi riconducibili e coinvolti in Mafia Capitale, che, con il loro voto, avrebbero condizionato l'aggiudicazione "illecita" di un lotto e provocato l'annullamento dell'intero bando. 
Trasparenza non è mettere lo sporco sotto il tappeto, ma fare veramente pulizia.
L'ultimo paradosso, preannunciato già da qualche settimana a mezzo stampa e da noi subito denunciato, è stato annunciato via Facebook sulla pagina del Governatore: l'accorpamento della Asl Roma B e Roma C, con le Aziende sanitarie della Capitale che passano da 5 a 3, coinvolgendo nella fusione anche i destini sanitari di 1 milione mezzo circa di cittadini romani. Come già detto la Asl Roma B e la Asl Roma C fanno parte di due distinti lotti messi dei 4 messi a gara. Questo significa che, se saranno differenti gli aggiudicatari dei due lotti, nel momento in cui avverrà la fusione delle Asl i lavoratori npn solo potrebbero avere inquadramenti contrattuali ed economici differenti, ma in base all'offerta, anche organizzazioni del lavoro incompatibili: è forse razionalizzazione tutto questo?







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