Nel precedente comunicato ci siamo detti
delusi per i risultati ottenuti dall’incontro con la Regione Lazio, non possiamo invece che definirci sorpresi dai contenuti surreali della
nota rilasciata dall’amministrazione
regionale a margine della riunione.
Si tratta infatti di un’evidente distorsione di fatti relativi alla gara
d’appalto che deve essere obbligatoriamente evidenziata perché dimostra che
chi ha dettato la nota o è in cattiva fede o non conosce il bando di gara: in entrambi i casi un segnale gravissimo da parte
dell’amministrazione. Veniamo ai fatti
·
Con
un taglio di circa il 20% delle ore - salvo miracoli tipo
moltiplicazione dei pani e dei pesci o nozze di Cana (forse si conta per questo
sul Giubileo?) - non si capisce come si possa migliorare qualità e quantità dei
servizi, come afferma invece la Regione nella sua nota, visto che già l’attuale
organico è in sofferenza rispetto alle esigenze del servizio
·
L’ipotetico
risparmio grazie all’altrettanto
ipotetica “efficientizzazione” dei servizi cui si accenna nella nota della
Regione rischia invece di essere un costo
ulteriore in termini di inefficienza e disorganizzazione per l’inserimento
di personale non qualificato di imprese improvvisate favorite dal bando nel subentrare
alle attuali che offrono invece personale
formato e con esperienza pluriennale: ammesso
che questo sia legale, è difficile ritenerlo equo ed in linea con le regole
della concorrenza
·
Le
imprese vincono non hanno vincoli ad assumere i lavoratori oggi impiegati, al
contrario di quanto fa intendere la Regione nella nota, con un effetto che è
pura e semplice macelleria sociale
·
Le
clausole sociali, o meglio, la
cosiddetta “clausola di solidarietà”,
nella definizione usata dalla Regione nella nota, non esiste, perché l’unico vincolo presente è quello di inserire
il 20 % di lavoratori svantaggiati, non necessariamente i lavoratori già impiegati mandando così a spasso tutti
i lavoratori attuali, con o senza
disabilità, nessuno escluso, in
una cruda visione di darvinismo sociale
·
È spudoratamente falso che le gare non si sono fatte per 10 anni, come invece la Regione asserisce
nella nota: le ASL, prima che
venisse decisa la centralizzazione
degli acquisti, hanno indetto regolari
gare per questi servizi. Il ritardo che la regione rivendica di voler
colmare con questa gara deriva invece dall’incapacità della Regione e dal malaffare
che ha turbato l’asta precedente,
che altrimenti avrebbe avuto un esito certo già a dicembre scorso
L’atteggiamento della Regione che
traspare dal contenuto della sua nota è inaccettabile ad ulteriore per conferma
dell’assoluta necessità di una lotta dura e determinata per la tutela dei
diritti dei lavoratori.
Annunceremo
presto nuove mobilitazioni dopo la
decisione di ieri di revocare lo sciopero dell’8 settembre per aderire allo sciopero generale unitario convocato per il 21 settembre dai sindacati.
A
Zingaretti e Cantone chiediamo da che parte stanno e quali interessi tutelano? Chiediamo
inoltre loro se non gli basta:
·
la
degenerazione di mafia capitale che ha lambito tutti i livelli di tutte le Istituzioni locali e nazionali?
·
veder morire ogni giorno che passa la nostra economia?
·
il
degrado sociale, la disoccupazione dilagante, la decadenza dei servizi al cittadino cui
assistiamo?
La
lotta è appena iniziata e non ci fermeremo!!!!!!
A
partire dal prossimo 21 settembre non faremo sconti a nessuno!
Comunicato stampa n. 2 del 5 settembre in allegato
Comunicato stampa n. 2 del 5 settembre in allegato
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