Siamo gli oltre 2000 lavoratori dei 17 servizi di Centro Unico di Prenotazione delle prestazioni sanitarie delle Asl e delle AO della Regione Lazio che sono oggetto di una gara di appalto con tante zone grigie.
Una gara d'appalto, voluta dalla Regione Lazio dopo l'annullamento, nel dicembre del 2014 della precedente, già assegnata, perché in odore di Mafia Capitale e su cui c'è in corso un'indagine della magistratura che coinvolge anche dirigenti pubblici che hanno istruito la gara attuale.
Una gara d'appalto che distorce la concorrenza tra imprese, grazie al Jobs Act, favorendo chi partecipa ex novo, con costo del lavoro al risparmio, e mettendo in difficoltà gli attuali conduttori del servizio, che rispettano i contratti di lavoro.
Una gara d'appalto che mette i lavoratori alla mercé delle imprese e li costringe ad accettare condizioni vessatorie pur di sfuggire alla disoccupazione.
Per questo motivo siamo in lotta anche on line, dove vi chiediamo di firmare la nostra petizione al Presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e al presidente dell'Anac, Autorità Nazionale Anti Corruzione, Raffaele Cantone, affinché la gara sia annullata e le sue consdizioni riviste con dei correttivi che regolino il ricorso al massimo ribasso e delle clausole sociali a salvaguardia dei posti di lavoro. Continuate a seguirci su questo blog e sui social.
Di seguito il testo della nostra petizione:
I
lavoratori dei servizi Cup delle ditte esterne presso le ASL e le AO chiedono
l’annullamento della gara in corso e garanzie per il futuro dei loro posti di
lavoro
Siamo
i lavoratori dei Centri Unici di Prenotazione (Cup) delle Asl e delle Aziende Ospedaliere
della Regione Lazio ed ora, ci serve
sostegno, nella forma di una
semplice firma per una petizione che intendiamo presentare al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e a Raffaele
Cantone Presidente dell’Anac, l’Autorità
Nazionale Anti Corruzione, per chiedere il ritiro e la revisione di una gara
di appalto che minaccia i nostri posti
di lavoro e, con essi, il nostro futuro ed il futuro delle nostre famiglie, ma anche la qualità dei servizi offerti al cittadino per accedere alle strutture sanitarie della Regione.
Infatti,
dopo l’annullamento della precedente gara nel dicembre del 2014,
a causa di un’inchiesta per turbativa
d’asta legata a Mafia Capitale,
il 27 giugno 2015 la Regione Lazio ha indetto una nuova gara per l’affidamento dei Centri Unici di Prenotazione.
PERCHE’?
·
Perché taglia oltre 350 posti
di lavoro sui circa 2000, quasi il 20%
dell’intero organico attuale non
tenendo conto della ricognizione dei fabbisogni
dei servizi CUP elaborata solo lo
scorso anno dalle Aziende Sanitarie
e quindi rappresenta un’ulteriore
difficoltà in termini di tempi di attesa e code da parte dei cittadini per
accedere alle prestazioni sanitarie pubbliche.
·
Perché precarizza e discrimina
i lavoratori, dato
che il bando non prevede come obbligo,
tranne che per le persone con disabilità,
la riassunzione del personale
attualmente in servizio nel ruolo e nel
livello contrattuale raggiunto. Tutto ciò è in contrasto con le disposizioni a tutela del lavoro previsti dalla normativa vigente e dalle nuove direttive comunitarie sulla base
anche dei nuovi indirizzi previsti dalla riforma degli appalti pubblici, risultando
persino in violazione all’articolo 7 della Legge Regionale del Lazio n. 16/2007.
·
Perché cancella ogni diritto
dei lavoratori,
inclusi quelli acquisiti, come il diritto al risarcimento per licenziamento dalla ditta uscente, e li
mette alla mercé dei datori di lavoro,
dato che l’assenza di una clausola
di riassunzione può costringere i lavoratori ad accettare condizioni peggiorative, pena la
disoccupazione.
·
Perché favorisce logiche di
massimo ribasso ed una concorrenza sleale tra le
ditte, a vantaggio di quelle entranti su quelle uscenti già titolari dei
servizi. Contrariamente anche alla precedente gara la mancanza dell’indicazione
nel nuovo bando degli inquadramenti economico-contrattuali del personale
attualmente in forza, crea una evidente disparità
nelle offerte economiche tra chi deve garantire continuità di lavoro e di
retribuzioni e chi invece subentra ex
novo senza nessun vincolo, con la
possibilità di avvalersi inoltre dei benefici del Jobs Act , circa il 30% di
risparmio sul costo del lavoro per ogni nuovo assunto.
·
Perché una gara di fornitura
costituita essenzialmente da manodopera non può in ogni modo prescindere dal
costo del personale impiegato e le
offerte dovrebbero essere consentite nel
rispetto dei contratti di lavoro e della legge e senza ribassi al di sotto del
costo del lavoro medesimo,
per non favorire speculazioni ed
evasioni sul diverso trattamento retributivo dei lavoratori.
·
Perché è illogica la suddivisione in quattro lotti di una gara
centralizzata dei
17 servizi di Cup, che favorisce accordi lottizzatori e spartitori tra imprese
concorrenti e turbative d’asta, con il rischio di creare forti disparità di trattamento contrattuale a parità di ruolo tra il
personale occupato in lotti differenti.
·
Perché la suddivisione in lotti
è paradossale rispetto al processo di razionalizzazione del sistema sanitario regionale in corso, che prevede
l’accorpamento di aziende che fanno parte di lotti differenti.
·
Perché
è quanto mai inopportuno che la Dirigente Regionale, già indagata dalla Procura
di Roma per favoreggiamento e false dichiarazioni al PM nell’inchiesta mafia
capitale in corso sulla precedente gara del CUP annullata a dicembre 2014, sia
colei che ha predisposto la procedura di gara attuale.
Senza difese e
tutele, siamo
vittime inermi da sacrificare agli appalti
e agli affari di una PA asservita ai poteri forti e piegata alla necessità di un risparmio senza scrupoli
morali, che significa solo macelleria
sociale e non servizi migliori e più efficienti offerti al cittadino.
La gara rappresenta per noi un rischio per il nostro futuro
lavorativo. ma, Da cittadini e da
lavoratori che operano all’interno
delle aziende e delle strutture sanitarie
e ne conoscono bene il funzionamento,
lanciamo un ALLARME: la gara, così come è stata concepita, senza considerare le esigenze manifestate dalle Asl, crea il caos sul piano organizzativo
nel processo di razionalizzazione
dei servizi CUP, avviato dal programma Recup
con lo scopo di centralizzarli e
renderli più efficienti, con maggiori
disservizi e disagi per i cittadini.
Come
lavoratori dei servizi CUP della Regione
Lazio, abbiamo quindi deciso di organizzarci in un comitato in difesa dei
nostri diritti e del nostro lavoro, aperto a tutti, Organizzazioni Sindacali, Amministratori Pubblici, Operatori, Cittadini.
La
sottoscrizione di questo appello è la
prima delle numerose iniziative della
campagna che ci proponiamo di
perseguire, incluso il possibile BLOCCO
DI TUTTI I SERVIZI CUP, per chiedere
con determinazione e forza l’immediato RITIRO
del bando di gara, che altrimenti si chiuderà il 21 settembre 2015, e la sua REVISIONE
con l’introduzione di REGOLE chiare
sull’ESCLUSIONE DEL MASSIMO RIBASSO, l’INCLUSIONE DI CLAUSOLE SOCIALI, a
partire dagli OBBLIGHI DI RIASSUNZIONE E
DI RISPETTO DEL RUOLO E DEL LIVELLO CONTRATTUALE del personale oggi
impiegato da parte delle imprese che dovessero subentrare a quelle attualmente
titolari del servizio.
Ci ribelliamo a
questa nuova ingiustizia che si consuma su di noi e ci opponiamo con tutte le
nostre forze a chi tenta impunemente di fare cassa sulla nostra pelle di
lavoratori!
Scarica e diffondi il pdf del testo della petizione
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