Dal 1° febbraio 230 amministrativi e lavoratori esternalizzati del CUP rischiano il posto di lavoro!
L’ennesima gara al massimo ribasso, voluta dalla Asl RM E ed
obliterata, senza obiezioni, dalla Cabina di Regia della Sanità della Regione Lazio, in
questi giorni giunge alla resa dei conti al tavolo delle trattative con i
sindacati.
Dopo aver fantasticato in questi mesi di un passaggio
morbido, che non avrebbe creato problemi ai lavoratori, secondo anche gli
obblighi stabiliti dal capitolato di gara, sembra invece che non si potranno garantire
i livelli occupazionali dei lavoratori e che una gran parte di questi,
in buona parte persone con disabilità, dovrà accettare un taglio delle ore
lavorative o, in alternativa, di restare a casa.
Come dire: “o accetti di lavorare di meno, lavorando lo
stesso, oppure sei licenziato!”.
Non si possono accettare queste condizioni che significano
rinunciare ad un legittimo progetto di vita maturato su certezze contrattuali
che chi subentra nella gestione della commessa ha, con ogni evidenza per priorità
e in barba ad ogni clausola contrattuale, l’intenzione
di non rispettare?
I sindacati non hanno intenzione di accettare una proposta
del genere e noi siamo con loro, unanimi, nel rispedirla al mittente.
Non possiamo accettare, infatti, in alcun modo questo ennesimo
colossale imbroglio ordito sulla testa dei lavoratori e siamo fermamente
convinti sia necessario manifestare pubblicamente il nostro fermo e totale disaccordo
rispetto la soluzione offerta dalla controparte.
Il Comitato dei lavoratori CUP del Lazio ritiene che l’epilogo
della grigia gara della Asl Rm E sia in realtà solo il prologo del disastro occupazionale
annunciato della gara centralizzata regionale dei CUP, che, oltretutto, diversamente da
questo capitolato ormai evidentemente disatteso, non prevede clausole per il riassorbimento dei lavoratori.
Zingaretti, D'Amato, Tanese, Prefetti, Procuratori della Repubblica
dove siete?
Non giratevi dall’altra parte, i lavoratori vi chiedono di
guardarli in faccia mentre si consuma, complice il vostro silenzio, questo
ennesimo scempio dei loro diritti!
Vi chiediamo se sia lecito e ragionevole mandare a casa
padri di famiglia in nome del profitto infischiandosene di regole e leggi?
Non siamo vite al massimo ribasso!
Mobilitiamoci per il nostro lavoro scendendo in piazza senza
accettare nessun compromesso e nessun ricatto sul nostro futuro!
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