mercoledì 27 gennaio 2016

Cup Asl RmE: nel capitolato promesse da marinaio sulle clausole sociali


Dal 1° febbraio 230 amministrativi e lavoratori esternalizzati del CUP rischiano il posto di lavoro!

L’ennesima gara al massimo ribasso, voluta dalla Asl RM E ed obliterata, senza obiezioni, dalla Cabina di Regia della Sanità della Regione Lazio, in questi giorni giunge alla resa dei conti al tavolo delle trattative con i sindacati.
Dopo aver fantasticato in questi mesi di un passaggio morbido, che non avrebbe creato problemi ai lavoratori, secondo anche gli obblighi stabiliti dal capitolato di gara, sembra invece che non si potranno garantire i livelli occupazionali dei lavoratori e che una gran parte di questi, in buona parte persone con disabilità, dovrà accettare un taglio delle ore lavorative o, in alternativa, di restare a casa.
Come dire: “o accetti di lavorare di meno, lavorando lo stesso, oppure sei licenziato!”.
Non si possono accettare queste condizioni che significano rinunciare ad un legittimo progetto di vita maturato su certezze contrattuali che chi subentra nella gestione della commessa ha, con ogni evidenza per priorità e in barba ad ogni clausola contrattuale, l’intenzione di non rispettare?
I sindacati non hanno intenzione di accettare una proposta del genere e noi siamo con loro, unanimi, nel rispedirla al mittente.
Non possiamo accettare, infatti, in alcun modo questo ennesimo colossale imbroglio ordito sulla testa dei lavoratori e siamo fermamente convinti sia necessario manifestare pubblicamente il nostro fermo e totale disaccordo rispetto la soluzione offerta dalla controparte.
Il Comitato dei lavoratori CUP del Lazio ritiene che l’epilogo della grigia gara della Asl Rm E sia in realtà solo il prologo del disastro occupazionale annunciato della gara centralizzata regionale dei CUP, che, oltretutto, diversamente da questo capitolato ormai evidentemente disatteso, non prevede clausole per il riassorbimento dei lavoratori.
Zingaretti, D'Amato, Tanese, Prefetti, Procuratori della Repubblica dove siete?
Non giratevi dall’altra parte, i lavoratori vi chiedono di guardarli in faccia mentre si consuma, complice il vostro silenzio, questo ennesimo scempio dei loro diritti!
Vi chiediamo se sia lecito e ragionevole mandare a casa padri di famiglia in nome del profitto infischiandosene di regole e leggi?
Non siamo vite al massimo ribasso!
Mobilitiamoci per il nostro lavoro scendendo in piazza senza accettare nessun compromesso e nessun ricatto sul nostro futuro!

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